/ Rinnovo dell’iperammortamento o credito d’imposta per l’innovazione 4.0?
Pubblicato il 16 Ottobre 2019 in Impresa
La voce circola già da quest’estate, ed è stata ripresa anche dal ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli domenica intervenuto domenica alla festa dei Cinquestelle a Napoli.
Si prospettano due possibili scenari: rinnovo dell’iperammortamento o l’introduzione di un credito d’imposta per l’innovazione 4.0. Si parla di uno strumento unico che inglobi tutti quelli esistenti al momento. A tutti gli incentivi del piano Impresa 4.0 verrebbe affiancato un credito d’imposta per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione. Si parla poi di un credito separato per la formazione 4.0 utilizzabile oltre che per il costo del personale impegnato a seguire i corsi, anche per quello del personale docente.
Ovviamente non avendo una indicazione precisa delle aliquote è impossibile riuscire a fare un confronto tra i due strumenti, ma si può comunque fare un ragionamento.
Il credito d’imposta è una misura diversa rispetto all’attuale sistema che consiste in una variazione in diminuzione dal reddito d’impresa ai fini fiscali, il credito d’imposta funziona invece come uno “sconto” sulle imposte da versare. In questo modo sarebbe accessibile anche a chi non ha un utile di esercizio e che potrebbe fruire del credito sottraendolo quindi dall’Iva a debito.
Portiamo un esempio: Un investimento da 100.000 euro in un macchinario 4.0 allo stato attuale (iperammortamento al 270%) frutta un beneficio di 40.800 euro da spalmare nel tempo secondo il piano di ammortamento previsto dalla legge, supponiamo, per esempio in 5 anni. Sono in media 8.000 euro all’anno che si possono sottrarre dalle imposte sul reddito. Anche se nel 2020 si tornasse al “vecchio” 250% di base, avremmo un bonus di 36.000 mila euro, pari a 7.200 euro l’anno.
Nel caso di un credito d’imposta al 15% il beneficio sullo stesso investimento sarebbe di 15.000 euro, fruibili in 2-3 anni. Sarebbero quindi 5.000 euro in meno di imposte da pagare ogni anno, ma recuperabili in tre anni (sempre che l’impresa abbia imposte da pagare su cui sfruttare il beneficio). Nelle ipotesi di un nuovo credito d’imposta per l’innovazione 4.0 articolato in tre o quattro aliquote: il credito sarebbe più alto per gli investimenti su sostenibilità ambientale ed economia circolare (un bonus che potrebbe arrivare al 40%, più o meno corrispondenti al valore dello sconto che offre oggi l’iperammortamento al 270%); poi potrebbe esserci un’aliquota intermedia per i grandi progetti di fabbrica 4.0, una per gli attuali beni coperti dall’iperammortamento (circa il 15-20%, ma le cifre non sono certe) e infine una aliquota al 6% per tutto il resto dei beni strumentali (sostituendo così il superammortamento al 130% che oggi vale il 7,2% di sconto fiscale). Il credito d’imposta andrebbe diluito in 2-3 anni e sarebbe svincolato dal piano di ammortamento dei beni agevolati.