/ Sabatini: fondi in esaurimento per le PMI.

Pubblicato il 23 Settembre 2019 in Finanziamenti

Il Mise ha reso pubbliche le statistiche aggiornate a settembre dove si evince che è ancora disponibile solo il 13% delle risorse per far fronte alle nuove richieste.
Le PMI che fossero interessate all’agevolazione devono quindi affrettarsi per inviare la domanda di accesso.
La domanda va presentata prima di tutto all’istituto finanziatore prescelto prima ancora di inviare la domanda di accesso, senza quindi allegare nessun preventivo, ma indicando semplicemente l’importo previsto e come questo sia suddiviso tra investimenti ordinari e investimenti in tecnologie 4.0.
Il rifinanziamento della misura potrebbe essere una delle opzioni sul tavolo della legge di Bilancio 2020, ma le imprese che vogliono la certezza di ottenere il contributo devono affrettarsi a presentare domanda all’istituto finanziatore.

L’impresa che intenda ottenere il finanziamento Sabatini deve seguire alcuni semplici passaggi:

1) l’impresa presenta alla banca o all’intermediario finanziario, unitamente alla richiesta di finanziamento, la domanda di accesso al contributo ministeriale, attestando il possesso dei requisiti e l’ammissibilità degli investimenti (la modulistica e le istruzioni sono disponibili nella sezione “Beni strumentali Nuova Sabatini – Presentazione domande” del sito internet del MISE);

2) la banca/intermediario finanziario verifica la regolarità formale e la completezza della documentazione trasmessa dalle imprese, nonché la sussistenza dei requisiti di natura soggettiva relativi alla dimensione di impresa e, sulla base delle domande pervenute, trasmette al Ministero richiesta di prenotazione delle risorse relative al contributo;

3) La banca/intermediario finanziario, previa conferma da parte del Ministero della disponibilità, totale o parziale, delle risorse erariali da destinare al contributo, ha facoltà di concedere il finanziamento all’impresa mediante l’utilizzo della provvista costituita presso Cassa depositi e prestiti S.p.A., ovvero mediante diversa provvista. A questo punto, adotta la relativa delibera e la trasmette al Ministero, unitamente alla documentazione inviata dall’impresa in fase di presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni;

4) Il Ministero adotta il provvedimento di concessione del contributo, con l’indicazione dell’ammontare degli investimenti ammissibili, delle agevolazioni concedibili e del relativo piano di erogazione, nonché degli obblighi e degli impegni a carico dell’impresa beneficiaria e lo trasmette alla stessa e alla relativa banca/intermediario finanziario;

5) Successivamente, avvengono le fasi di stipula del contratto di finanziamento tra impresa e banca e relativa erogazione (la stipula del contratto di finanziamento può comunque avvenire anche prima della ricezione del decreto di concessione del contributo).

Il Decreto Crescita ha portato diverse novità nel campo della Sabatini, rendendo lo strumento più appetibile e, quindi, determinando un maggior interesse nelle imprese.
Ha rimesso in gioco quelle imprese che avevano esaurito il plafond a disposizione, innalzando da 2 a 4 milioni di euro l’importo massimo dei finanziamenti concedibili per singola impresa.
Altra novità ha riguardato i finanziamenti di importo ridotto (finanziamenti di importo non superiore a 100 mila euro) che potranno beneficiare dell’erogazione del contributo in un’unica soluzione.

Uno dei punti principali da stabilire prima di presentare istanza di contributo Sabatini e l’opzione tra investimenti ordinari e investimenti in tecnologie digitali 4.0.

In particolare, le piccole e medie imprese che intendono richiedere la maggiorazione 4.0 devono valutare bene la possibilità di interconnettere e integrare i beni entro le tempistiche fissate dalla Sabatini. Una FAQ rilasciata dal MISE sul tema del finanziamento agevolato Sabatini informa infatti le piccole e medie imprese sull’impossibilità di passare al contributo ordinario, laddove la domanda fosse stata presentata per accedere al contributo maggiorato.

Nei fatti, secondo la FAQ, l’unico modo per modificare il tipo di contributo richiesto è quello di rinunciare alla prima domanda presentata e, solo laddove l’investimento non risulti ancora avviato, presentare una nuova domanda con tipologia di contributo differente.

La difficoltà per le imprese risiede nel fatto che l’identificazione di un bene come Industria 4.0 non è affatto immediata riservando possibili sorprese negative proprio in fase di installazione o collaudo del macchinario.

Nei casi in cui l’indecisione sull’identificabilità a priori di un bene come Industria 4.0 sia anche minima, quindi, è opportuno che l’impresa presenti domanda richiedendo il contributo ordinario, in modo da evitare così il rischio di vedersi azzerare il beneficio, a fronte della rinuncia alla maggiorazione.